Cherchez la (première) femme

Si, lo sappiamo, Carla Bruni non è più Première Dame da parecchio. Eppure.
Pochi giorni fa, i primi di marzo, è ricomparsa sulle scene accompagnata dal fido marito lui si, definitivamente ex presidente. E’ stato a Torino alla presentazione del libro di memorie di mamma Marisa. Una rimpatriata familiare molto chic, la stessa faccia liscia da gatta dallo sguardo vacuo che un po’ ricorda quello di Melania Trump. E non è forse l’unico aspetto che le due ex modelle hanno in comune. Ma qui si deve fare un lungo passo indietro.
Correva l’anno 1991, i giornali di quel lontano giugno svelavano che la 22 enne Carla Bruni era la clamorosa nuova fiamma dell’imprenditore Donald Trump allora sull’orlo del fallimento, fresco di vendita dello yacht Trump Princess  ( il leggendario Nabila di Kashoggi poi finito al principe saudita Al Waleed)  e di qualche altro gingillo per quietare i creditori.  Era l’era in cui esplodeva il fenomeno “top model”, Carlà  scalava le copertine coadiuvata  dall’agenzia Wilhelmina che vendeva gli scatti a 10 milioni a botta . Dopo Mick Jagger, Eric Clapton e Kevin Costner la donna che gli stilisti lanciavano nell’empireo della moda insieme a Naomi Campbell e Linda Evangelista secondo i giornali si sarebbe accompagnata allo slavato e un po’ in disgrazia Paperon de Paperoni.
Una bomba che fece surriscaldare le pagine patinate ma soprattutto  tremare il fidanzamento  con Marla Maples. 


 L’attrice a sua volta aveva avuto una lunga relazione extraconiugale con Trump. L’allora moglie Ivana l’aveva scoperto durante le vacanze di natale ad Aspen, in Colorado, l’anno prima. Gliel’aveva rivelato sulle piste la stessa Marla. Ivana aveva risposto che il marito tutte le notti dormiva nel suo letto ma la Maples aveva prontamente ribattuto che tutti i pomeriggi dalle 17 alle 19 si trovava invece nel suo di letto. Ivana era così scesa dagli sci, aveva sfoderato un poderoso dito medio al marito e un’ altrettanto poderosa richiesta di divorzio. Trump allora era uscito allo scoperto regalando alla nuova fidanzata un brillante degno del suo ego. Ma poi quella primavera l’anello aveva fatto un bel volo: si narra che a un cronista di People Trump abbia risposto al telefono fingendosi un addetto stampa e confermando la love story con la signorina Bruni.
 Pochi giorni dopo Carlà misteriosamente si dileguò sconfessando la storia, Marla infilò l’anello al dito e Trump si ritrovò con le quotazioni provvidenzialmente risollevate.

Fu vero amore? Anzi, fu davvero un amore? Chi lo sa, cherchez Carlà, che da allora di amori ne avrebbe veramente sconvolti parecchi. “Rien de grave” niente di grave come titolava il libro a lei dedicato da Justine lévy, moglie di Raphael Enthoven, diventata ex grazie a quella signora italiana che la ragazza pensava fidanzata solo al suocero. 
Poi arrivò Sarkò e lei divenne première dame. Avrebbe potuto essere first lady?. Forse no.


 Io ho incontrato Carla Bruni due volte. La prima, nel 1994, quando era a Milano per sfilare. Era nel backstage di Ferrè insieme a Isabella Rossellini e Nadja Auermann. Allora mi allontanò sdegnosa senza  rilasciare nessuna intervista. La incontrai di nuovo una decina d’anni dopo, sulla passerella di uno stilista che l’aveva invitata come guest star. Era simpatica, sorniona e amichevole. L’aria di una gatta con il topo in bocca. E in effetti il futuro le avrebbe dato ragione.
Stessi occhi felini, stessa professione ma nulla di più lontano dall’aria mesta e un po’ succube di Melania.  Mai Carlà avrebbe accettato di stare un passo indietro a Trump lei che il suo uomo semmai se lo trascina dietro e sempre e comunque arriva première. 
 

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