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La macchia “troppo” umana di Hulot

L’ex ministro francese Nicolas Hulot nelle vesti di conduttore della trasmissione di natura e avventura “Ushuaia”

Solo piccoli passi. Troppo piccoli per l’avventuroso Nicolas. Che non ci sta a sembrare il protagonista del libro di Sempé – Goscinny ma rivendica la grandezza dei suoi ideali incompatibili con un governo che lo avrebbe costretto a mentire. E lui, ormai ex ministro francese dell’Ambiente, fondatore dell’associazione “Fondation Nicolas-Hulot pour la nature et l’homme” e simbolo dell’ecologismo più convinto nato sotto i riflettori dello storico programma “Ushuaia Nature“, ha detto adieu.

Lo avevano corteggiato tutti, da Chirac a Sarkozy, ma lui aveva accettato solo l’incarico offerto da Hollande di “inviato speciale per il pianeta” che lo ha portato in giro per il mondo a sostegno dell’accordo sul clima – in seguito firmato a Parigi nel 2015. A Macron, invece, aveva detto si, ed era entrato nel suo governo diventando un “ministro immagine” garante in nome della sua popolarità di un impegno trasparente e  “organico”. Ora, dopo una serie di delusioni  e fallimenti, dal nucleare alla politica sul clima fino all’ultima provocazione sulla caccia ( la presenza ad una riunione sulla nuova legge di un controverso lobbista pro-caccia), ha salutato la compagnia.  E l’ha fatto in un’accorata diretta radiofonica, attraverso quei media da dove aveva iniziato e che gli avevano portato fortuna, una grande fortuna.

Il giornale francese “Le Canard Enchaine'” ha ricordato in un’inchiesta che lo stesso ministro aveva calcolato in 3 milioni di euro i proventi accumulati dai primi anni 90 dalla sua società “Eole”.  Un patrimonio costituito dai diritti d’autore dei libri ma anche da una poco chiara vendita di shampoo e gel doccia ispirati al celebre programma tv. Poco chiara perchè la produzione di prodotti di bellezza sarebbe stata a suo dire a lui estranea ma successivamente di fatto sfruttata. A questo vanno  ovviamente poi aggiunti i 290 mila euro di salario come ministro e i dividendi della società (che avrebbe continuato a vendere i prodotti). Niente di grave, per carità, nel governo Macron c’è più di un miliardario. (L’ex conduttore dichiara un patrimonio di 7,3 milioni di euro). L’aspetto forse piu’ in contrasto con l’immagine del paladino dell’ambiente è che alcuni degli articoli venduti da Hulot  non sarebbero esattamente eco compatibili. Anzi. Lo stesso giornale ricorda come Greenpeace nel 2006 abbia  inserito alcuni detergenti del marchio Ushuaia nella lista rossa dei prodotti chimici pericolosi. Certo non un brillante capitolo nel suo curriculum a cui si aggiungono le critiche da parte di Brigitte Bardot: Hulot  secondo la diva, non avrebbe fatto molto per i diritti degli animali.

“Spero di poter continuare a contare su di lui in un’altra forma” ha commentato il filosofo Macron. Metempsicosi politiche a parte, il ministero e’ appunto chiamato della “transition ecologique” e lui è così transitato. Ora si apre la caccia al sostituto. Qualcuno che senza l’aiuto di tante docce e shampoo riesca ad essere “senza macchia.”   

 
 
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