Romanzo russo

Elizaveta Peskova, figlia del portavoce di Putin, Peskov

Il senso dei russi per il segreto. Un dato di fatto che negli anni ha superato muri e disgeli coinvolgendo pure i paesi che in quella cortina di ferro e di fumo erano dalla loro parte del mondo. Una mania che nell’era social sembra davvero fuori luogo eppure. Ecco che su tutti i giornali ci si scandalizza alla scoperta che la bellissima Elizaveta Peskova, figlia di Dmitry Peskov, portavoce di Putin dal 2012 è una stagista al parlamento europeo. 21 anni, un profilo più che moderno con i suoi oltre 84mila followers su Instagram ma al contempo tradizionalmente raccomandata, non disdegna le entrature importanti senza curarsi troppo delle conseguenze. Quando, due anni fa, a 19 anni, fece il suo debutto “in pubblico” a Sebastopoli pare si sia sfacciatamente profusa in una serie di impareggiabili gaffes nella volontà di dare consigli di marketing strategy alla platea. E oggi, in perfetta sintonia con le premesse, si scopre stagista nello staff del deputato francese Chauprade. Inutile che lo stesso si affretti ad assicurare che gli affari russi rimarranno a lei preclusi. C’è da scommettere che la sua attività rimarrà comunque “off limits”  così come passata nell’ombra è stata finora la sua presenza in un luogo tanto strategico.  Ma il proverbiale riserbo slavo non finisce qui.

Maria, primogenita del presidente russo Vladimir Putin (affairpost.com)

Ha fatto parimenti parlare l’incredibile uscita “pubblica” di una delle figlie di Putin ( di quelle conosciute, dovremmo dire, dato il livello di privacy). Trattasi infatti di Ekaterina Tikhonova, protagonista di un’intervista squisitamente scientifica sotto rigoroso cognome di copertura, quello della nonna. La ragione “segreta” dell’outing della neuroscienziata era forse quella di dare al popolo russo la confortante sensazione che ad occuparsi di lui non solo sia il buon padre Vladimir ma la famiglia tutta, opportunamente collocata in settori strategici, da quello scientifico a quello politico e medico. Non dimentichiamo che l’altra pupilla di papà, la primogenita, é Maria Vorontsova , endocrinologa.  Entrambe hanno iniziato come due ragazze quasi normali, frequentando la scuola tedesca di Mosca. Poi, ancora prima che Putin diventasse presidente sono state “Ritirate” a studi privati e cognomi nuovi di zecca. Tutto per ragioni di privacy o securitate come direbbero nella vicina Romania. Nessun dettaglio sul divorzio di Ekaterina da Kirill Shamalov, figlio di un amico intimo di Putin, diventato mega manager di un importante polo petrolchimico e poi degradato insieme al matrimonio fallito per colpa, pare, di un fatale tradimento. Neppure dello stesso divorzio di Putin dalla moglie Lyudmila. Anche lei per lo più scomparsa dalla scena pubblica dopo l’insediamento del marito al Cremlino e liquidata dallo stesso con poche parole sul divorzio e i successivi presunti buoni rapporti. A quanto si sa, Lyudmila, una ex hostess conosciuta ai tempi dell’università, si sarebbe risposata. Putin invece rimane nel mistero, o forse nel segreto di pulcinella. “Amo e sono ricambiato” ha confessato durante una delle annuali sessioni di risposte alle domande degli elettori. La donna in questione è l’ex campionessa olimpica di ginnastica Alina Kabayeva, di trentun anni più giovane. Con la Kabayeva Putin avrebbe avuto due figli, un maschio e una femmina. Ma qui il condizionale è d’obbligo. Che la compagna del presidente sia lei me lo ha invece confermato un anno fa la moglie di un medico russo. Era stato durante una cena tra amici in un rifugio montano proprio nel periodo delle elezioni presidenziali. Io me ne ero uscita bellamente con una serie di domande sul presidente. Le risposte stringate del dottore, meno propenso alle chiacchiere della moglie, pensavo fossero dovute al suo inglese. In realtà, scoprii dopo, che medico lo era si, ma proprio di Putin. E in quanto tale tenuto ancora una volta a una certa privacy. Ricordo solo che tra le ragioni della rielezione che mi spiego’ stavolta in un inglese molto fluent, c’era il fatto che il presidente era amato perchè, secondo lui,  garantiva al popolo la protezione che nessun altro poteva dare. Protezione In senso politico e militare, contro Ucraina, Cecenia e terroristi vari. Il concetto era chiaro. Così, con un sottofondo alla Michele Strogoff ( che non c’entra con il filetto alla Stroganoff) siamo tutti infine scesi in slitta dalla montagna, un pò più infreddoliti del previsto. 

 

 

 

 

 

 

Figli di un re minore

Stefano Ercole Casiraghi e George di Cambridge in braccio ai rispettivi padri coronati

In attesa del royal baby di Meghan e di una conferma della gravidanza di Eugenia di York, mi sono imbattuta in una serie di “Piccoli principi” di cui si parla meno. E non mi riferisco a Stefano, figlio di Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo, che da quando è apparso in tutto il suo splendore dal balcone monegasco ha messo in serio pericolo il podio dei piccoli Windsor.

Il piccolo Oscar di Svezia (Splash News/ABACA – Compte Instagram de la Cour de Suède/Kungl. Hovstatern)

Penso piuttosto alle testoline coronate che forse non faranno mai parlare perchè già sottomesse ai diktat di corte, oppure troppo normali. Ma che a guardarle fanno tenerezza. E così ecco Oscar, 3 anni a marzo, figlio di Vittoria di Svezia. Al posto della corona, sulla testa ha un caschetto. E’ infatti in una caserma dei vigili del fuoco della periferia di Stoccolma insieme al suo papà. E poi eccolo ancora ai mondiali di sci alpino, con la sorella maggiore Estelle che vediamo incantarsi per un finto pupazzo di neve. Bambini troppo normali forse, e forse per fortuna. 

Ha già il capo chino invece la piccola Lalla Khadja,  figlia del re del Marocco, Mohmmed VI. Eccola, il 13 febbraio, seguire il papà e il fratello maggiore erede al trono, Moulay, nel corteo di accoglienza dei sovrani di Spagna. Qualche tempo prima aveva avuto il suo momento di gloria posando per la copertina del giornale “Femmes du Maroc”. Ovviamente la ragazzina, che il 28 febbraio compirà 12 anni, era in abiti tradizionali.

Chissà se seguirà le orme di Rania di Giordania o quelle defilate della madre. Intanto fa un pò tristezza vederla al seguito della regina borghese Letizia, madre di due ragazzine di ben diverso piglio e futuro (Leonor sarà infatti regina).  Ed ecco infine tre principesse che di lezioso non hanno davvero niente.

Le principesse dei Paesi Bassi Alessia, Arianna e Amalia ( www.purepeople.com)

Certo, meno carine delle spagnole, sempre pettinatissime, meno influencer di Charlotte, i loro vestiti non vanno a ruba, ma anche loro, Amalia, Arianna e Alexia, che solo a dirne i nomi viene il mal di testa, sembrano incredibilmente normali: paffute, annoiate, con il naso che pizzica. Destinate alle copertine dei giornali di Fiandre, Olanda e poco più. Altro che baby Sparkle!. In fondo, diceva Oscar Wilde, per far felice un  principe può bastare l’amicizia di una rondine. 

Meghan e l’ “Avocadogate”

La foto del tè offerto da Meghan Markle a un ex collaboratore

“La donna che sussurrava ai toasts all’avocado”. Ecco questo di Meghan non si era ancora detto. Il copywright della sorprendente definizione è di Daniel Martin, autore della foto che  pubblichiamo da Instagram. Trattasi di un noto make up artist ed ex collaboratore di Meghan ai tempi di “The Tig” il blog dell’allora duchessa in potenza. Succede che questo week end “l’artista” venga invitato dalla moglie di Harry per un tè. Impossibile resistere alla tentazione di postare immediatamente la foto della merenda. Ed ecco che i toasts all’avocado della duchessa fanno il giro del mondo. Ignorati i dolcetti a lato, la polpa verde schiacciata sul pane diventa protagonista assoluta dei gossip, vero, nuovo frutto del peccato.  Martin assurge all’empireo della fama, la descrizione dell’ “High tea” servito su piattini d’argento lo rende invidiatissimo da tutti gli americani. Ma su di lei si abbatte la folgore della divina condanna. Un avocado con il tè? ma come, niente deliziosi sandwiches ai cetrioli e scones? E la tradizione britannica la mettiamo sotto i piedi calzati Manolo? Non basta: ieri Meghan viene crocifissa sulle pagine del Daily Mail. Colpevole di incrementare un commercio crudele. Non parliamo solo dell’inimmaginabile dispendio di carburante per fare arrivare i frutti tropicali in Inghilterra, un gravissimo errore per un’ambientalista come lei, ma pare che l’oro verde, così viene chiamato, sia legato ad abusi sociali, violazione dei diritti umani e quant’altro. Soprattutto in Messico dove il business, in mano a un famigerato cartello, è tanto florido quanto, pare, devastante sul fronte sociale e ambientale. Praticamente Meghan contribuisce, secondo il serissimo e documentatissimo articolo del giornale inglese, a finanziare una mafiosa catastrofe. Non mi è simpatica Meghan, soprattutto da quando mi sono vista tutte la serie di Suits” e tendo a confonderla con la gatta morta Rachel a cui dà il volto ( stranamente affinato tra la prima e la quinta serie) e le movenze. Ma questo forse è un po’ troppo. Dopo essere stata universalmente incensata ora si trova al centro di un milione di critiche ( qualcuno parlava di polveri e altari ma il personaggio era di altro calibro). Al punto che perfino la str…numero uno al mondo, Anna Wintour, ora si schiera con lei. La terribile direttrice di Vogue America capace di trascinare la regina a una sfilata, spende parole di simpatia e comprensione. Segno che l’insopportabile, povera Meghan forse va lasciata in pace, almeno per qualche mese. Poi ci penseranno i pargoli, uno, due tre. Chissà.

Fine di un idillio: ecco perchè

Thomas Markle, padre di Meghan, in diretta questa mattina a “Good Morning Britain”

Il padre di Meghan, Thomas Markle si sfoga con la tv inglese: a “Good Morning Britain” racconta che ogni giorno manda a sua figlia un messaggino a cui lei non risponde e confessa di sperare che dopo sei mesi di silenzio stampa Meghan si faccia viva. E lo fa, ovviamente, via stampa. Insomma non è la famiglia perfetta, è evidente. Ma nemmeno quella dello sposo lo è. E di certo la festività in arrivo mostrerà il lato patinato di una bomba in procinto di esplodere. Una bomba la cui miccia è stata accesa molto prima di quando si pensasse. I blogger reali, gli inviati e i commentatori specializzati lo dicono da mesi tra le righe, righe che ho messo insieme per cercare di tracciare come e quando la Cenerentola più amata del regno ha iniziato ad assomigliare a una sorellastra. Continua a leggere

Natale nel palazzo degli orrori

Foto ufficiale del fidanzamento di Harry e Meghan

Proprio un anno fa andava in scena l’idillio reale, quel fidanzamento ufficiale immortalato tra le siepi di Frogmore House che aveva fatto sognare i britannici. Oggi, che Harry e Meghan sono sposi festeggiati proprio in quei giardini e prossimamente genitori reali qualcosa è cambiato. E non solo perchè negli stessi cottage di Windsor i coniugi stanno per traslocare. Il clima è infatti freddino, la corrente del Golfo non basta a scaldare il Regno Unito, gelato dall’imminente Brexit e i sudditi, già impauriti per il loro futuro, fanno in fretta a fare i conti in tasca ai reali. Così l’ennesimo trasloco peserà ulteriormente ai contribuenti. Se si considera che i lavori per la ristrutturazione dell’appartamento di Kensington Palace di William e Kate sono costati agli inglesi oltre quattro milioni di sterline, immaginiamo che quelli per adattare gli appartamenti di Windsor dove alloggiavano i cuochi junior e le loro famiglie alle esigenze della pretenziosissima Meghan  saranno almeno altrettanto onerosi. Senza contare il costo della scorta per i trasferimento da e per Londra di Harry e Meghan. Non esattamente una prospettiva opportuna di questi tempi. La cartina di tornasole del clima non proprio festoso che aleggia non solo intorno ma pure tra gli stessi reali sarà proprio il Natale, quella gioiosa occasione che impegna la famiglia intera per ben tre giorni di prussiano protocollo.

Lo scorso Natale a Sandringham

La principessa senza regole, che proprio per questo sta facendo infuriare la ligia Kate e pure la Regina, oggi non solo esibisce una fede al dito ma pure i pieni poteri concessi non tanto dalla gravidanza ma dalla sudditanza dello sposo. Quindi si può ben immaginare qualche strappo alle regole della felice festa conviviale con qualche conseguente problemino di digestione.  Trapelano infatti in queste ore spaventosi diktat. Ad esempio per la distribuzione e l’apertura dei pacchi sotto la rigida supervisione del venerando principe Filippo.  Non proprio la scena dei bambini che si gettano sotto l’albero e stracciano i pacchi a cui si presume Meghan aggiungerà un ulteriore personale tocco trasgressivo. Commovente. Almeno per i nervi di Kate già provati per la possibile presenza della mamma della cognata e della solita assenza dei suoi, mai ammessi a Sandringham.  In attesa del nuovo anno, del nuovo royal baby e dei nuovi gossip. Almeno quelli, a corte, non mancano mai. 

Il compleanno del (futuro) re

Domani, 14 novembre, il principe Carlo compie 70 anni. E’ stato il principe ereditario più paziente del mondo e giovedì, scommettono i bookmakers, sarà finalmente nominato principe reggente. In pratica re senza l’ufficialità visto che la regina pare voglia rimanere tale fino alla morte o, almeno, a un’invalidità incompatibile con il ruolo. E quindi da domani Carlo potrebbe regnare, pardon, reggere il regno in attesa di diventare formalmente Giorgio VII, nome scelto in onore del nonno e forse anche della superstizione che vuole i re Carlo finiti maluccio. “Non ho intenzione di immischiarmi negli affari di governo” ha detto pochi giorni fa nel suo primo discorso da quasi re. Anche se negli affari del mondo si è per fortuna a lungo immischiato, soprattutto quando si è tratttato di tutelarne il clima. In queste ore saranno stampate migliaia di pagine per ricordarne le tappe note e ignote, dalla giovinezza nel college senza finestre al dolore per la perdita di zio Mountbatten o quello per la rottura con Camilla Shand, in procinto di diventare Parker Bowles. Noi diciamo solo che di certo sono tanti quelli che detestano questo principe che per primo, tra i membri della casa reale, si è laureato. Ma sono ben di più quelli che lo amano (soprattutto dopo il beau geste di accompagnare Meghan all’altare). E domani al party che la regina darà a Buckingham Palace sfilaranno tante teste coronate quante a un matrimonio di stato. Ma a nonno Galles, come lo chiamano i nipotini George e Charlotte forse importa più dell’opinione dei sudditi “commoners“. Quelli che un recente sondaggio ha interpellato per valutare il grado di popolarità dei reali. Ebbene  secondo il rating di You gov nella classifica dei più amati Carlo sarebbe solo settimo, con un’approvazione del  48%. Prima di lui non solo William, terzo in classifica e destinato con tutta probabilità a condividere fin da subito le responsabilità del regno con il padre ma pure Meghan e Kate. E la regina? Ebbene Elisabetta è solo seconda. Contro ogni ragione di stato nell’algida Inghilterra di Jane Austen vince il sentimento, quello viscerale e trasversale  per l’ex scapestrato e futuro, emozionato papà: Harry. Se il secondogenito di Carlo non sarà mai re, il titolo che fu di sua madre Diana, quello di principe del popolo, è tutto per lui.    

Le mani sul muro

Una mano sul muro che di tutti i muri è monumento. La settimana scorsa ero a Berlino. Difficile non respirare la felicità nell’aria di questa città che solo 29 anni fa era spaccata da una una ferita che sembrava inguaribile. Ora, da una parte all’altra, ragazze che nei mercatini vintage si liberano dalle bambole e dal passato, uomini che nei centri sociali danzano tra loro il fox trot e libici che sotto l’antenna di Alexanderplatz manifestano perchè nel loro paese cessi il traffico di esseri umani. 

Berlino, Alexanderplatz. Un gruppo di cittadini nordafricani manifesta contro il traffico di esseri umani dalla Libia

La cancelliera tedesca Angela Merkel 

Così oggi non posso non pensare alla donna che da 13 anni è al governo del paese che in Berlino ha la sua capitale. Ho visto la birreria dove spesso va a farsi una pinta ma anche la sede della CDU dove nei panni di “Madchen” oltre 20 anni fa ha “sedotto” Helmut Kohl per poi disconoscerlo quando è toccato a lei salire in sella. La stessa Konrad Adenauer Haus dove poche ore fa Angela Merkel ha rinunciato alla presidenza del partito prima di un’altra futura rinuncia, quella alla guida della Germania.  «Mi devi promettere una cosa subito: non alzeremo alcuna barriera», disse al leader socialdemocratico Sigmar Gabriel, durante la riunione di emergenza nella notte in cui centinaia di migliaia di rifugiati premevano alle frontiere della Germania. La stessa notte in cui decise di aprire le porte del paese a un milione di profughi siriani. In tanti dicono ora che è stato l’inizio della fine. Ma forse oggi è parimenti la fine di quello spirito che lei, cresciuta oltre la cortina di ferro, ha voluto tenere vivo. L’imperativo umanitario che le radici cristiane della CDU non potevano ignorare, come la legge morale in noi e il cielo sopra di noi, direbbe Kant. Già, anche sopra Berlino. Chissà come avrebbero commentato gli angeli che il regista Wenders faceva svolazzare sulla colonna della vittoria, la stessa che nell’anno della caduta del muro, l’89 vide nascere e sfilare la Love Parade con il suo carico di festanti, liberi, trasgressivi. E’ in quello Zeitgaist che la più progressista dei conservatori in 18 anni di potere ha abolito la leva obbligatoria, messo al bando il nucleare e ammesso i matrimoni gay. Oggi è invece il tempo di Trump, di Orban, di chi mette mano ai muri senza ricordare. Nell’ottobre del 1989, anno del 40esimo anniversario della divisione della Germania, il presidente della DDR Erich Honecker disse: “Il muro rimarrà in piedi altri 50 anni”. Il mese dopo crollo’. L’anno prossimo si festeggerà il 30esimo anniversario di quella notte. Io sarò là, a toccare ancora una volta il rudere di quel muro che (spero) non c’è più. 

 

 

 

L’ira della pelide Fergie

Sarah Ferguson al matrimonio della figlia Eugenia venerdì a Windsor

Ci sono certezze nella vita. Anche piccole. Fergie è una di queste. Bandita dalle stanze reali da decenni, tornata prepotentemente alla ribalta al matrimonio della figlia, scatenata e verde e non solo per il colore del vestito.  Ma a lei è tutto permesso. Lei, che di sconti ne ha ricevuti pochi. A partire dal divorzio dal principe Andrea che non fu miliardario perchè, meno arrabbiata o forse volitiva di Diana, non voleva guastare i rapporti con la famiglia reale.

1992, lo scoop dello scandalo del settimanale “Oggi”

Poi, si, c’è stato quell’alluce “succhiato” alla luce del sole e dei paparazzi e mai perdonato. Tanto che oggi una blogger reale scrive che se al principe Filippo non è venuto un colpo apoplettico dopo aver respirato la stessa aria di Sarah Ferguson a Windsor vivrà per sempre. Giusto per dare l’idea di quanto sia ancora poco tollerata. Ma lei se ne frega. Eccola scapicollarsi giù dagli scalini della St. George’s Chapel per abbracciare i fans. Ed eccola twittare dopo 40 minuti appena dall’annuncio della dolce attesa di Harry e Meghan. Ma, attenzione, non un tweet di congratulazioni, anzi. Un messaggio  per ricordare quanto sia “orgogliosa del matrimonio” della figlia. Come a dire, “non ne avete abbastanza? lasciateci ancora un quarto d’ora di riflettori a noi York minori”. E non ha tutti i torti. Eugenia e Jack hanno dovuto rimandare sia l’annuncio del fidanzamento che lo stesso matrimonio per fare spazio al reale cuginetto e alla sua love affair. Ma anche il giorno della cerimonia è stato “distolto” dalle liete novelle. I duchi di Sussex infatti hanno delegato al royal establishment l’annuncio ufficiale dell’attesa ma per farsi fare le congratulazioni dalla famiglia reale ( e quindi si presume ad informarla) hanno scelto proprio l’occasione del matrimonio di Eugenia e Jack. E la cosa non è passata inosservata, nè dalla stampa nè da Fergie la rossa. Facile infatti immaginare che dopo aver liquidato sbrigativamente i brindisi agli sposi gli invitati siano passati ai gridolini di gioia ( appena accennati ovviamente, sono pur sempre inglesi)  per il nuovo arrivo, molto ma molto più importante ( anche perchè spingerà la cara cucinetta ancora più in là nella linea di successione). E in tutto questo nobile sgomitare (che i gradi reali sono quelli che poi dettano i ruoli ma anche i contributi pubblici) Sarah ha ancora una volta brillato per la sua incontenibile, sincera irruenza. Ieri, 15 ottobre, era il suo compleanno. Con un tweet l’ex marito Andrea le ha fatto calorosamente gli auguri. E già di parla di una fenomenale riconciliazione. Impossibile immaginare cosa combinerebbe in un secondo matrimonio. Ma almeno questo al quasi centenario Filippo sarebbe probabilmente risparmiato   

Il lato B del matrimonio di Eugenia

La principessa Eugenia sulla soglia della St. George’s Chapel a Windsor (foto Reuters)

E’ ancora in corso mentre scrivo. Ma di questo matrimonio un’immagine resterà indimenticabile. Non è, come immaginabile, quella della sposa sorellastra che incorniciata dalle figlie d’autunno va a sposarsi. Tutto sommato bella nella sua antipatia. Come un reale inglese, del resto, deve essere. In fondo dopo questo bagno di perfette altezze pop Eugenia, unica principessa di sangue reale, non abbastanza affascinante, amata e fortunata come Meghan e Kate  (diceva appunto Pretty Woman “quella grand cu…di Cenerentola) ci sta. Ma l’immagine non è neppure quella di Fergie che tutti i social stanno pubblicando. Trionfalmente tornata alla ribalta dopo anni di esilio e accolta con tifo da stadio dai fans che, infischiandosene beatamente delle convenzioni, tanto ci siamo abituati, è corsa ad abbracciare. L’immagine più iconica, oseremmo dire purtroppo famigerata di questo giorno è quella di un lato B. Al momento mentre scrivo ancora oscuro ma certo ben illuminato dalla luce di ottobre e ben svelato dal suo vento malandrino. Quello di una giovane signora vestita in blu scuro con i capelli castani lunghi parzialmente raccolti finita in mutande proprio all’ingresso della St George’s Chapel. La gonna sollevata completamente fino alla schiena a svelare un paio di mutandine dallo stile piuttosto vittoriano, nere, di pizzo. Il fattaccio proprio mentre si appresta ad accompagnare i pregiati paggi reali, mix di principi ereditari, principesse e figlie di pop star. L’immagine si poteva apprezzare seguendo la diretta del sito del giornale “The Mirror“. La foto, tratta dalla diretta e subito da tanti retweettata è stata subito cancellata da buona parte dei social, twitter compreso. Certo non è una foto reale. Ma un sorriso scappa. Se il matrimonio di Kate è rimasto famoso anche per il lato B di Pippa, quello di Eugenia lo sarà per il lato B ignoto ma certo mille volte più scandaloso. Povera Eugenia, almeno una gara l’ha vinta.  

Windsor, una soap senza fine

Camilla e Carlo il giorno del matrimonio a Windsor

Eugenia con il fidanzato Jack Brooksbank

E dire che mi stava pure simpatica. Lei, che ha sempre inutilmente lottato per uscire dal clichè della bruttina stagionata. Lei, che per una vita ha diviso l’amato con l’inarrivabile principessa del popolo. Lei, che nessun anello al dito potrà mai salvare dal ricordo del ginecologico complimento finito su tutte le prime pagine del mondo. Eppure stavolta Camilla ha fatto uno scivolone. Già a settembre c’era stata la storia di Kate Middleton. Christopher Andersen nel suo libro Game of Crowns – Elizabeth, Camilla, Kate and the throne aveva infatti rivelato che una delle sostenitrici della celebre rottura tra lei e William era stata proprio Camilla ritenendo i Middleton “non degni di entrare nella Famiglia Reale” in quanto discendenti di minatori di carbone. Ora la stessa dama ha deciso di non partecipare al matrimonio della nipote, la figlia del principe Andrea che venerdì a Windsor calcherà lo stesso percorso di Meghan Markle e della stessa Camilla. Anche la principessa Eugenia, un dignitoso nono posto in linea di successione al trono, non è abbastanza degna? L’imprescindibile impegno che  trattiene la probabile futura regina dal presenziare alla cerimonia, già negletta per una serie di sfortunate ragioni tra cui l’irrimediabile mancanza di qualsiasi entusiasmo, sarebbe il festival di una scuola elementare scozzese. Evento a cui, come i cronisti reali si sono affrettati a precisare, non puo’ assolutamente mancare non volendo in nessun modo deludere i bambini. Vabbè, mi torna in mente quando Carlo non si era presentato al primo compleanno del nipotino George perchè chiamato a partecipare a un altro irrimandabile evento: la visita a un santuario per scoiattoli. Che onorare la gioia altrui sia cosa troppo borghese?. In realtà c’è del marcio in Danimarca, come direbbe Amleto.

Il principe Carlo e il principe Andrea

Le principesse Beatrice e Eugenia con la madre, Sarah Ferguson

Da anni infatti tra il principe di Galles e il duca di York non corre buon sangue. Il motivo? il ruolo assolutamente defilato delle figlie di quest’ultimo, relegate, secondo il padre a reali di serie B. Solo due anni fa in una lettera indirizzata alla regina il principe Andrea si lamentava del fatto che le figlie fossero regolarmente tagliate fuori dai doveri reali dallo zio. Tradotto: poche attività in rappresentanza della monarchia e quindi niente finanziamenti diretti attraverso il ‘Sovereign Grant’, il Fondo Sovrano che distribuisce ai Windsor i soldi del contribuente. Inaudito se si considera che trattasi delle uniche principesse senior di “sangue reale”, come ha precisato acido lo stesso Andrea. E ora che nella “Firm” oltre a Kate c’è pure un’ altra plebea per giunta americana e divorziata la tensione dev’essere piuttosto alta. Motivo in più, deve aver pensato Camilla, per filarsela dai bambini festanti e rimarcare sotto sotto il solco tra le due famiglie. Rimane da attendere venerdì e vedere come si comporteranno fratelli, cognate, regine ed ex mogli, a partire da Sarah Ferguson, madre della sposa e notissima “combina guai” reali. Altro che Dynasty, a pensarci bene questo matrimonio potrebbe essere più interessante del previsto.