Auguri a lei dunque, l’unica, la sola, quella che non ha nemmeno bisogno di un cognome perché i reali inglesi possono farne a meno.
Cosa dire di quella poveretta di Letizia di Spagna, ridotta a farsi immortalare come una borghesuccia al bancomat? Elisabetta ha uno sportello personale a Buckingham Palace. Invece non ha né passaporto né patente ma viaggia e guida lo stesso.
E cosa dire di quell’esibizionista di Rania di Giordania, ogni uscita un paio di fiammanti scarpe glamour? Elisabetta ( che non indossa mai scarpe nuove ma già “ammorbidite” dalla sua cameriera) ne compra uno o al massimo due paia all’anno e dallo stesso negoziante che nessuno conosce ma che è tenuto a rifare tacchi e suole quando si rovinano. Perché una vera regina è parsimoniosa e perché la vera eleganza è nei dettagli.
In pochi infatti ci fanno caso ma quando piove la regina sfodera sempre lo stesso tipo di ombrello. Trasparente perchè possa sempre essere vista dai sudditi ma con un bordino colorato. Ebbene è fatto su misura, sempre rigorosamente in tinta con il resto della mise.
Una donna di polso, anzi, se la serie “The Crown” ha ragione, il risultato di una perfetta metamorfosi da essere umano a essere reale. Se Tony Blair non l’avesse supplicata mai le sarebbe venuto in mente di issare la bandiera di Buckingham Palace a mezz’asta in segno di lutto per Diana. “Never explain never complain” ( mai spiegare, mai protestare) diceva il politico e primo ministro Benjamin Disraeli, poco importa se per colpa di questo gelido protocollo siano finiti in analisi nell’ordine Diana, Carlo e ora si è saputo, pure Harry. Lei sta sempre benissimo, comunque. E alla sera brinda alla salute con un goccetto… di champagne ovviamente perché la vera noblesse oblige!