Ecco, cominciano qui le differenze tra quelle morti in auto ugualmente improvvise, scioccanti e misteriose. Perché anche l’incidente di Grace all’inizio sembrò poco chiaro. A partire dalla scelta scellerata di guidare al posto dell’autista per far posto a un vestito da cerimonia che doveva stare comodamente adagiato dietro. Si pensò fosse colpa della 17enne Stephanie, incautamente passata al volante, si pensò che i freni non avessero funzionato ( e quindi che fossero stati manomessi). Alla fine un mal di testa e un ictus ebbero le meglio tra le ragioni possibili: la principessa non era riuscita a frenare a causa di un’emorragia che le aveva offuscato la mente.
Dicevamo le differenze. La sofferenza e quindi l’amore drammaticamente impressi sul corpo di Ranieri, ben lontano dall’aplomb compassato di Carlo nel gelido corteo funebre di Diana. L’origine nobilissima di questa diversa dalla ricchezza “parvenu” di Grace. La sorte crudele della prima, la vita felice della seconda. Un aspetto però le ha accumunate. Ed è’ proprio quella popolarità che in entrambe aveva una sfumatura pop, come si dice oggi. Per Diana era rappresentata oltre che dagli interessi umanitari, dalla pura vicinanza con la gente normale che forse invidiava davvero ( la sua cartomante, Simone Simmons mi ha raccontato che le chiedeva sempre: “how’s life down at Tesco? com’è la vita giù al supermercato?). Per Grace dallo stile di vita che cerco’ di mantenere quanto più possibile rilassato. Lo descrive bene il figlio Alberto in una delle tante interviste in occasione del triste anniversario. Così scopriamo che la madre faceva crescere il mais importato dagli Stati Uniti nel giardino del palazzo per far cogliere ai bambini le pannocchie direttamente dalle spighe. Che quando aveva i capelli sporchi usava un turbante. Che alla fine dei ricevimenti invitava gli ospiti a fare un tuffo in piscina. E che l’attrice Grace avrebbe disperatamente desiderato poter recitare il ruolo di Marnie che la principessa mamma non si era sentita di fare.