Viola, turchese, nero. Tre colori, tre donne su e giù da Capitol Hill, tre stili a rivelare un grande cambiamento.
Il colore viola di Kamala Harris non è un caso. Non un caso la griffe di due stilisti afroamericani, non un caso, appunto, la sfumatura che si rifà a un bellissimo film di Steven Spielberg, un film dove i personaggi femminili sono al centro di una storia che parla di razzismo, violenza e abusi. Loro, le donne vittime, loro, le donne che hanno il coraggio di cambiare. Eccola allora la sua bandiera in un colore che ora diventa più che mai un simbolo. E dove c’è la politica in campo della prima donna vicepresidente, c’è quella, più soft, ma solo apparentemente, della first lady.
Qualcuna che ora sfoggia un nero quanto mai adatto a una giornata luttuosa. O forse dovremmo dire lussuosa. Perchè Melania che esce impettita dalla Casa Bianca in total black dice che sì, il suo tempo è finito, ma che lascia con un certo sprezzante stile, quello di una borsa corvina dal valore, da sola, di 70 mila dollari. E che forse l’umore non è cosi plumbeo come sembra, viso che finalmente si scrolla di dosso quel ruolo scomodo e forse anche quell’altrettanto scomodo marito. Certo, l’abito candido dell’indimenticabile lento tra Michelle e Obama non l’ha ancora raggiunto nessuno, anche Melania era in bianco per il ballo ma a lei gli occhi non brillavano per niente e Jill non sembra per ora una molto fashion. E nemmeno la banda Biden, che nella vita è stata duramente colpita e che più che un’immagine porta oggi alla Casa Bianca un sentimento. Quello già esibito senza vergogna dalla nuova first lady che si contrae in una smorfia di commozione baciando il marito. Imperfetta e meravigliosa.