Il balcone dei re

 E’ dal balcone di Buckingham Palace che è passata la storia recente della monarchia. Quella grande di incoronazioni, giubilei e matrimoni trionfali e quella piccola delle occhiate complici, dei broncetti, dei malumori. Affacciati al balcone sul fronte est del palazzo, i reali negli anni hanno sfoggiato i loro più sfavillanti panni ufficiali in una sorta di grandioso social ante litteram. Qui la meglio “regalità” è stata mostrata a favore dei milioni di followers che li seguivano dalla tv o ancora, straordinariamente, dai viali di sotto. E parimenti la peggio realtà è stata celata sotto sorrisi di circostanza mentre si schivavano gomitate e sgomitate. Ma tutto succedeva sempre là in alto, a Buckingham Palace. La prima esibizione al popolo di quella corona tanto pesante sulla giovane testa di Elisabetta, il bacio tra Carlo e Diana e poi quello tra William e Kate oltre alle mille occasioni solenni in cui la famiglia reale si disponeva in posizioni rigidamente definite dal protocollo, ogni anno con un piccolo in più ad agitare le manine. Qui potremmo dire sia stata battezzata ufficialmente Meghan e sempre qui è apparsa l’ultima versione presentabile del principe Andrea.

  “How’s life down at Tesco?” chiedeva Diana alla sua cartomante Simone Simmons. Come se la vita dei frequentatori del supermercato le fosse talmente oscura da poterla solo interpretare con un giro di tarocchi. Quel “Down” “Giù” da Tesco colpisce. Certo non si chiamano “Altezze” a caso. Si tratta di gente sicuramente elevata, anche se non necessariamente nel senso della celebre poesia di Baudelaire. Ma per sapere com’è la vita “Down at Tesco” si deve per forza scendere e farlo ha un prezzo. Siddharta per conoscere il mondo era uscito dal palazzo. La povera Diana era uscita forse anche un pò di testa. Megxit addirittura dal Regno Unito. Mentre su quel palco vertiginoso erano rimasti i re con la erre maiuscola. Finora. Morto Filippo, disertato adesso da Elisabetta, nelle mani di Carlo il balcone sarà abbandonato al suo futuro di museo.  E come a Verona, forse un giorno centinaia di coppie si metteranno in fila per baciarsi credendosi in una favola. Forse ben contente, una volta scattata la fotografia, di poter scendere.