La rivincita di “Genoveffa”

La piccola di famiglia soffia la scena a tutti .Quatta quatta non solo aspetta un bambino, ma si infila tra le costosissime mura dello scandalo di “Frogmore Cottage” senza fare un plissé. Parlo di Eugenia, la secondogenita di Andrea di York, passata praticamente immune tra i guai di famiglia e arrivata dritta alla meta. Se fosse stato un cavallo nessuno avrebbe puntato su di lei. Eppure.

Partiamo dall’inizio, dal matrimonio con cui Eugenia aveva già dribblato la sorella più grande arrivando prima nella gara all’altare. Un matrimonio faticosamente celebrato con qualche ritardo. Eugenia aveva infatti dovuto trangugiare non pochi rospi tra le bizze della new entry Meghan e del cugino Harry che per entrare nella St. George’s Chapel avevano avuto la precedenza. Ma poi eccola, splendida sposa di autunno, sfoggiare la tiara più preziosa del regno. Prestata dalla regina, si trattava di un monile di ispirazione russa con al centro uno smeraldo di una caratura siderale. Niente velo, ma in bella mostra anche una vistosa cicatrice sulla schiena, segno di un reale menefreghismo nei confronti delle imperfezioni .E già possiamo dire:  Eugenia-Kate uno a zero.

Quella giornata si alza un forte vento, che solleva molte gonne reali e che, per gli scaramantici, preannuncia novità. Poco dopo infatti scoppia  lo scandalo del padre. Ma nella bufera viene semmai trascinata la sorella Bea, consigliera di quella sciagurata intervista rilasciata da Andrea alla BBC che ne decreta per sempre il confino. Lei ancora una volta saggiamente defilata. Poi, sempre nel suo nobile understatment, eccola annunciare il lieto evento. Il baby è atteso per l’inizio del 2021, splendido auspicio di un anno possibilmente migliore. Un bambino concepito quindi durate il primo lock down ,tra comprensibili paure e timori. Ma, degna figlia del suo paese, Eugenia fa sua la celebre massima di Disraeli: “Never complain, never explain” e quindi via dritta e silenziosa alla fine del periodo critico senza lamentele nè spiegazioni. E ora, eccola sbarcare trionfalmente a Frogmore Cottage e prendere anche fisicamente il posto di Meghan. Il cottage ristrutturato con costi altissimi che i duchi di Sussex hanno poi ripagato senza in fondo esserselo goduto diventa il nido della piccola Eugenia, di suo marito Jack e del figlio che verrà, a portata di passeggiata a cavallo della bisnonna regina e dei suoi favori.  Bingo. E grande rivincita. Vero che sembra che le due coppie, Eugenia e Jack e Meghan e Harry, si siano accordate per lo scambio di casa, opps, di castello. Non a caso la tenuta era stata progettata a misura di bambino e quindi è perfetta per i prossimi neo genitori. Ma è impossibile non notare le coincidenze. Il matrimonio di Eugenia era passato velocemente sotto traccia, questo perchè Meghan aveva annunciato proprio in quell’occasione di aspettare un bambino rubandosi completamente la scena. Ora che quest’ultima dichiara il recente  momento difficile dovuto a un aborto spontaneo ecco Eugenia riprendersi i riflettori e  candidarsi come perfetta sostituta nel cuore della gente, della regina e del palazzo. Quel palazzo di cui si è sempre sentita inquilina di serie B, e dove ora, spazzata via Cenerentola,  può finalmente insediarsi. 

Profumo di Diana

Diana e Carlo il giorno del loro matrimonio

Sono giorni di gossip sul dietro le quinte della nuova serie di “The Crown” in cui finalmente entra in scena Diana. Tra questi i dettagli della laboriosa preparazione della copia del mitico abito con indosso il quale l’allora Lady D varcò la soglia di St. Paul’s Cathedral il 29 luglio del 1981: ben 4 mesi di lavoro per replicare quella nuvola color avorio ispirata al matrimonio del “Gattopardo” e a quello di Rossella O’Hara. E si scoprono anche interessanti retroscena legati al vero abito. Tra questi un piccolo incidente. Il vestito infatti, una volta uscito dalla carrozza, era visibilmente stropicciato. Un pò perchè durante il tragitto, certo, non era stato comodo, un pò perchè Diana, terrorizzata, si era appesa alla gonna, stringendola con le mani. Ma anche perchè,  profumandosi prima di uscire, ci aveva versato sopra due gocce del suo profumo. Così, nell’agitazione, aveva strofinato il tessuto spiegandolo ancora in modo irreparabile. Ecco perchè la principessa camminando non mosse di un centimetro il bouquet: serviva a coprire la macchia e le pieghe. Ma di certo era profumatissima: SI trattava di “Quelques fleurs”, un classico fiorito ambrato composto da una casa francese e da lei molto amato. Non diversissimo in fondo dalla fragranza a base di gardenia, lo stesso fiore del bouquet di Diana, che indossava Kate Middleton proprio nel giorno del matrimonio. Una citazione? Certo, la storia dei profumi di principesse, first lady e regine è lunga e ricca di retroscena.  Prendiamo Grace Kelly, il cui abito, si dice, sia stata fonte di ispirazione per Alexander McQueen nella realizzazione di quello della duchessa di Cambridge. Avanzando verso l’altare nel più seguito evento mediatico di quegli anni indossava anche lei una fragranza fiorita. Era quella di una celeberrima e costosa casa di profumi inglese donata dallo stesso Ranieri. Il principe l’aveva personalmente commissionata ai profumieri di Grasse appositamente per lei. Naturalmente in pendant con i fiori del bouquet. Una finezza davvero regale.

La regina Elisabetta  ama il mughetto ma per il matrimonio avrebbe usato un profumo cipriato a base di rosa della blasonata casa inglese Floris. 

Meghan Markle per le nozze ha fatto comporre dalla stessa casa una fragranza originale che sapeva di brezza marina. Per il resto i profumi li cambia spesso, dice che per lei sono importantissimi e non esce mai senza: una vera e propria firma. Importanti anche e grazie al giro d’affari che queste regine e non hanno generato indossandoli. Prima e inimitabile influencer ante litteram, Jacqueline Kennedy usava il profumo più costoso di sempre, una creazione della casa francese Jean Patou. Nonostante fosse nata nel 1929, anno della grande depressione, e che fosse così costosa, per produrne un’oncia servivano 10mila fiori di gelsomino, la celebre testimonial contribuì non poco al suo successo. E se mi concedete un excursus tra le regine, si ma di Hollywood, scopriamo che Liz Taylor consigliò il suo profumo dolcissimo e opulento a Michael Jackson che lo usò poi tutta la vita e Marylin Monroe metteva si due gocce di Chanel N. 5 per dormire ma in realtà ha amato per sempre un meno famoso profumo a base di geranio e rose regalatole sul set. 

Il Lato oscuro della corona

Re, regine e principi. Li vediamo simpaticamente alle prese con tradizionali biscotti del Kent e tipiche corse nei sacchi scozzesi. Preoccupati di sembrare specialmente normali, ovvero persone come noi ma solo più fortunate e per questo più impegnate a occuparsi degli altri. Poi capitano strani eventi che sfuggono alle maglie dell’ufficio stampa e allora questa soave versione fa sospettare anche un’altra verità.

Dunque William è stato segretamente malato di Coronavirus. Contagiato dopo l’annuncio di positività del padre e della grave malattia di Boris Johnson. Lo ha fatto trapelare il Sun e poi la notizia è stata confermata. Il duca, secondo la versione ufficiale, ha tenuto nascosta la malattia perchè era un momento difficile per la Gran Bretagna e il secondo in linea di successione non voleva spaventare ulteriormente il paese. Certo, il 25 marzo si era saputo della positività dell’erede al trono mentre subito dopo iniziava l’odissea del premier. William non aveva sintomi preoccupanti e quindi era stato sufficiente isolarsi nella casa di campagna ad Amner Hall da dove aveva continuato a onorare i suoi impegni istituzionali senza dover ammettere niente.  Qualcosa mi sfugge. Ovvero: perchè non dirlo una volta finita l’emergenza e fare pure una bella figura? Perchè lasciare che lo scoprisse la stampa? Sempre la versione ufficiale afferma che la cosa fosse stata molto dibattuta all’interno della casa reale e che alla fine fosse stato deciso di non fiatare. Per il bene del paese naturalmente. Ma, aggiungo io e i tanti che hanno criticato la scelta, anche per il bene della corona. Non vorrei rievocare decisioni estreme di certi governi disposti a imbalsamare per settimane i loro premier e di avvolgerne la scomparsa nel mistero pur di non cedere il potere. Non è questo il caso. Ma, certo, paventare ai sudditi che i primi due eredi al trono fossero nella morsa del virus, con l’anziana e fragile sovrana rintanata a Windsor era un rischio. Cosa fare nella terrorizzante ipotesi che il primo in linea di successione potesse rimanere il piccolo George?. Dare la reggenza al principe Harry?  Domanda da brivido insostenibile anche per la solida monarchia britannica. Che poi nella monarchia di troppo solido, direbbe la buonanima della regina madre che durante la seconda guerra mondiale era rimasta trionfalmente sotto le bombe di Londra  pur di non far sentire la debolezza della corona, non c’è mai nulla e quindi mai abbassare la guardia. Vista da quest’angolatura, la decisione del duca di Cambridge appare dovuta alla tutela della firm più che della famiglia o del popolo. Una mossa da regime monarchico come lo si era studiato sui libri di scuola, un pò ancien e certo lontano da biscottini e gare campagnole. La vera faccia di William oggi sembra quindi quella di un sovrano in pectore, pronto a prendere decisioni che con l’immagine di affabile papà di famiglia dal simpatico sorriso un pò equino c’entrano poco. Così come poco hanno a che vedere con la trasparenza e la sincerità che ingenuamente ci si aspetta. Scelte che parlano si di responsabilità verso il popolo, ma dall’alto di chi quel popolo non vuole smettere di governarlo. Di chi farebbe di tutto pur di non mostrare le crepe in quel trono che spera a lungo di possedere. Che gran lavoro di immagine ci deve essere dietro i fiorellini degli abiti di Kate, insomma. E per fortuna. Almeno tra i cappellini di Ascot e i favolosi matrimoni reali si può continuare a sognare di questo mondo incantato tra muffin e scones, dimenticandosi dell’altra faccia della corona. Quella che rese la principessa Margareth una donna eternamente disperata per non aver potuto sposare l’uomo che amava,  che fece a pezzi Diana e fece scappare Meghan e Harry. Perchè dio salva sempre e solo la regina.

 

La sfida di Jill, “l’antimelania”

Si sarebbe chiamata Jill Giacobba, dal nome dei bisnonni arrivati dalla Sicilia, se quel cognome non fosse tempestivamente stato trasformato nel più americano Jacobs. E’ come Jill Jacobs quindi che l’ex modella e cameriera italoamericana aveva conosciuto il futuro Vice presidente degli Stati Uniti a un appuntamento al buio nel 1975. Joe Biden era molto più grande di lei e reduce dal doppio lutto della moglie e della figlia, scomparsi in un incidente d’auto 3 anni prima. Ma la scintilla scoccò: alla prima chiamata lei gli chiese subito “dove si è procurato il mio numero?” ma poi si ammorbidii. Due anni dopo sarebbe stata infatti pronta a divorziare dal primo marito per dare una nuova famiglia a quello che sarebbe stato l’uomo della sua vita (ma ha aspettato che lui la chiedesse in moglie 5 volte prima di dire si) e nonostante nel 2015 la tragedia tornasse a bussare alla porta, con la morte per malattia del primogenito di Joe, Beau, loro sembrano ancora uniti e forti. Continua a leggere

Melania, una quarantena difficile

La sfinge. Così la chiama Ivanka che notoriamente non ha un buon feeling con la cara matrigna. Ma ora l’impassibilità della first Lady rischia di crollare sotto il peso di una crisi di nervi. Non solo è stata contagiata dal coronavirus. Non solo pare, attraverso quella Hope Hicks che la stessa Ivanka ha insistito per richiamare a gran voce alla Casa Bianca. Pure una bella guagliona quella Hope, particolare apprezzato in quel famoso studio ovale fin dai tempi della mitica Monica Lewinsky. Ma in questa terribile quarantena Melania sarà pure costretta a sopportare il maritino. Tra sorpresone ai fans con incredibili road show in auto e minacce di dimissioni precoci. Altro che giardino delle rose, qui rimangono le spine di un rapporto che malato lo sembra da tempo. E quindi quarantena dal virus o da Trump? I media gossippari degli Usa si stanno scatenando. Dove dormiranno i due? nella suite presidenziale con camera soggiorno e bagno al secondo piano oppure nel più allegro solarium? soli o in coppia? e come metterla con il fatto che Melania da tempo dormirebbe in un’altra stanza: continuerebbe l’isolamento da sola? ecco, c’è di che divertirsi. Senza pensare agli oltre 100 membri dello staff presidenziale che normalmente si aggirano per la Casa Bianca. Saranno ridotti, oppure no? di certo non pochi tra coloro che spavaldamente ignoravano l’uso di maschere e disinfettanti pare siano tornati sui loro passi. Ma tutto, naturalmente è immerso nel mistero. Nessuna notizia, tra l’altro neanche sul 14 enne Barron, che attualmente vive con mamma e papà e che al test per il coronavirus è risultato negativo. Chi si occuperà di lui? Il dr. Conley che attualmente sta curando Flotus e Pocus rassicura. Pochi giorni di quarantena e sarà tutto come prima. Ma in mezzo, questioncella elettorale a parte, sembra profilarsi un periodo durissimo per questa prima signora presidiata più che dal marito di cui dice di non condividere molta politica da quella figliastra impegnata a spingerla fuori dalla East Wing. Esausta per le critiche sul suo operato, addobbi di Natale inclusi. E soprattutto schiacciata dalla difficoltà di gestire ora quel figlio che unico, pare, riesce a toglierle la maschera da sfinge e forse anche la mascherina, per rivelare il volto di una mamma preoccupata come tante.

Il Principe felice?

36 anni. Pochi giorni fa, il 15 settembre, il principe Harry ha raggiunto l’età che aveva sua mamma Diana, quando è venuta a mancare. Di questo compleanno di cui si è detto tutto, che fosse felice perchè lontano dalla famiglia reale oppure triste proprio per lo stesso motivo, l’unica certezza è che raggiungere l’età di un genitore morto non può che far meditare a lungo. Un traguardo, un passaggio del testimone o forse una svolta. E non solo per la distanza oceanica dalla madre patria. Nel suo nuovo e lussuoso eremo a Santa Barbara, quanto di più lontano si possa immaginare da Kensington Palace, con quel figlio del futuro che ha saputo costruire, accanto alla sua  chiaccheratissima neo Wallis Simpson  forse Harry oggi è davvero cambiato. Altro che  facili sbornie e risse che finivano in prima pagina dei tabloid e sulla scrivania della furiosa granny Elisabeth. Solo boutade risolte con un buffetto. Lasciare il mondo potente e claustrofobico della corona, lasciare i gradi militari, inizio della sua autoaffermazione, lasciare l’isoletta dove è sepolta la mamma è stato molto più complesso. Ora questo adulto dal percorso inverso di Diana, prima scapestrato, poi centrato sulla sua famiglia si è disfatto dei debiti e delle critiche ripagandosi la ristrutturazione salatissima di Frogmore cottage. Ma  grazie al riccho contratto con Netflix si è liberato pure da ogni sospetto di incapacità ed è ora pronto a una vita su misura per lui.

Sui giornali si è chiacchierato molto della foto pubblicata con gli auguri del fratello William e della cognata Kate in cui Meghan non c’è. Ma si è tralasciato di notare che si tratta dello scatto di una corsa in cui proprio lui arriva primo. E alla faccia di tutti quelli che lo dipingono  succube della moglie forse è così: per la prima volta è primo nella sua vita. Diventata come voleva lui, libero di compiere gli anni di Diana dove vuole e come vuole. E proprio come il principe del racconto di Oscar Wilde, ora che è uscito da palazzo e ha visto tutte le miserie e le realtà del mondo eccolo donare i suoi tesori. Per festeggiare il compleanno Harry ha infatti elargito  100mila sterline a un’associazione benefica che si occupa dell’educazione di ragazze africane indigenti. C’è ovviamente chi è subito corso a criticare: è una tipica campagna di Meghan. Ma si può anche pensare che sia un obiettivo comune: le ragazze africane da aiutare, il figlio da crescere, la vita in California. Si può pensare che siano liberi e in accordo in quello che fanno. Così come Edoardo VIII pare abbia vissuto serenamente lontano da quel trono lasciato per amore. Forse il più terribile incubo di Elisabetta, che l’adorato nipote trascinasse ancora una volta la corona nello scandalo per colpa di un’americana divorziata si è trasformato in un’occasione. L’occasione per Harry di diventare finalmente, a 36 anni, un principe felice.   

Mondana per amore?

Il tycoon Robert Maxwell all’epoca dell’acqusito del “Daily Mirror” con in copertina l’amante del principe Andrea Koo Stark

Quando si dice il destino. Parliamo di Ghislaine Maxwell, arrestata il 2 luglio e pesantemente coinvolta nella storia di terribili ricatti sessuali ai danni di ragazze minorenni che ha portato il miliardario Jeffrey  Epstein al suicidio e il principe Andrea alla gogna mediatica e alla messa al bando da parte della famiglia reale. Mi capita tra le mani questa foto. E’ del padre di Ghislaine, Robert Maxwell, miliardario anglosassone e re dei media. Il tycoon, praticamente un padre padrone venerato dalla giovane Ghislaine,  viene trovato morto nel 1991 nelle acque al largo dell’isola di Gran Canaria accanto al suo yacht, che naturalmente si chiama “lady Ghislaine”. Incidente? Suicidio? “Me l’hanno ammazzato” dichiara la figlia scioccata davanti a quella morte improvvisa. La famiglia è in bancarotta, i suoi membri perseguitati dalle vendette degli ex dipendenti  o dalla giustizia. Ghislaine  cerca di rifarsi una vita a fianco di un importante ereditiere italiano.  Ma il matrimonio salta. Ed ecco saltare fuori dal cappello Jeffrey Epstein, ricchissimo come il padre, splendido di ville, barche e bella vita come il padre, autoritario e perverso come il padre. Lei spera nell’amore ma presto ne diventa la migliore amica, amica e complice. Ed eccola invischiata poco a poco in traffici terribilmente sconvenienti per una laureata al Balliol College di Oxford. Ma cosa c’entra con la foto? bene, la foto ritrae il magnate Maxwell nel 1984, quando acquistò il “Daily Mirror”. Chi c’è in copertina? ma Koo Stark

Il principe Andrea all’epoca della relazione con l’attrice Koo Stark

Koo Stark, l’attrice americana di film erotici che per prima mise nei guai il principe Andrea che già qualche vizietto, ben prima di sposare Sarah Ferguson, ce l’aveva. Colpisce vedere quella copertina con la donna del primo scandalo del principe, nelle mani del padre della donna che gestirà quello che sembra essere l’ultimo e fatale scandalo di Andrea.

Una giovane Ghislaine Maxwell accanto al padre Robert

Come se un destino malizioso  avesse messo lo zampino nella vita di questa Raperonzolo tirata giù dalla torre con violenza. Principessa di un regno fallito e ansiosa di recuperare il suo status con ogni mezzo, lecito e illecito. Artefice della caduta di un vero principe eppure mai più innamorata di nessuno come forse lo era stata del suo terribile papà. 

Bea, eterna sorellastra

In questa giostra di compleanni  eccellenti non festeggiati, quello domani della regina Elisabetta ma anche le festicciole mancate di Louis e Charlotte, nati, rispettivamente, il 23 aprile e il 2 maggio, c’è un evento amaro per davvero. Per carità, tutto relativo, stiamo sempre parlando di reali inglesi. Eppure il matrimonio di Beatrice di York che ancora, ancora una volta non s’ha da fare, dispiace. Era previsto il 29 maggio, data finalmente fissata dopo una serie di titubanze, contrattempi e scandali vari. E così era già scattato il giro di walzer delle indiscrezioni, inviti, vestiti etc etc. Tutto il repertorio insomma dei matrimoni reali che finalmente toccava a lei, la primogenita di Sara Ferguson e il principe Andrea, già costretta a cedere il passo alla sorella minore Eugenia che, fatalità, si era spostata prima di lei (ma che, orrore, non è ancora in dolce attesa).  Stava quindi per arrivare il grande momento di Bea pronta a esibire grande festa, grande felicità e grande neo marito, l’affascinante Edoardo Mapelli Mozzi, immobiliarista Continua a leggere

Il virus della ‘Corona’

Carlo, l’erede al trono più paziente della storia della monarcha, ora deve “reggere” ben altro. Lo immagino, nelle stanze di Birkhall, nella plumbea Balmoral, affannarsi a rassicurare tutti sulla sua salute esibendo gote rubizze mentre dentro morde la paura. Il Virus della corona, più che il corona virus, a pesargli in testa fatalmente.  Proprio ora che biologicamente avrebbe potuto sperare nel meritato approdo alla meta ecco che la cara  Betty gli fa ancora una volta  gli sberleffi come un’ allegra comare di Windsor mentre lui, tampone positivo e fazzoletto al naso, sta rinchiuso in Scozia. Come e peggio dei più drammatici eroi Shakespeariani, ‘piena di scorpioni’ sarà la sua testa ironicamente incoronata dal Covid 19. Starà pensando forse a quegli originali e purtroppo inutili ‘Namastè’ che prodigava in giro al posto della principesca mano. O forse alle persone che potrebbero essere state contagiate poco tempo fa, il 9 marzo, giorno del Commonwealth, con gli inglesi ancora per strada, la regina e i figli accanto. Uno sbandieratore è già risultato positivo e potrebbe essere solo l’inizio. Camilla intanto è negativa e anche il resto della famiglia sembra stare benone: i Sussex filati via in Canada, la regina e Filippo a Windsor., con lei che proprio oggi compie 14 giorni dall’ultimo contatto con il figlio infetto  e festeggia quindi lo scampato pericolo. Ma quelli che stanno meglio forse sono i Cambridge, rimasti a Londra e impegnati a fare la prova generale di quello che potrebbe succedere secondo la previsione più infausta, con la corona, quella vera, che passerebbe direttamente sulla testa di William. Curiosamente era stato proprio lui ad essere stato sentito in pubblico fare battutone sul virus e sull’ansia esagerata della gente. E mentre qualcuno diffonde voci grottesche sulla scomparsa del principe Filippo, mantenuta rigorosamente segreta finchè non se ne potranno celebrare i funerali, in tanti ora immaginano un colpo di scena e di stato, almeno morale. Perchè per questo povero eterno erede lo smacco, ancor più della stessa dipartita, sarebbe terribile.  Da un angolo all’altro del mondo girano già meme e battute su di lui che febbricitante davanti al camino starà pensando alla sua corona come a Kane alla sua Rosebud. Speriamo non finisca davvero così e per una volta mi sento di dire: “god save the king”,  che lo sia solo In pectore o no, non importa. 

Ride bene chi ride…

Il principe Harry al suo arrivo in Canada

Chi ride e chi perde in questo incredibile, increscioso episodio nella lunga storia scandalistica della casa reale inglese? Partiamo da questi ultimi, gli sconfitti. C’è chi dice siano la regina e soprattutto Harry, vittima finale di una vita dove da subito è stato considerato uno “Spare”, un “pezzo di ricambio”. Immagine terribile che ho sempre associato solo al bowling ma che ora apre a scenari che nemmeno uno sceneggiatore disturbato potrebbe pensare per la più inquietante delle bambole. Ma ancora più perdente a mio parere è il padre di tutta questa odissea in salsa brit: lo stesso Carlo. E’ stato infatti lui che per primo ha accolto Meghan, lui che l’ha accettata e supportata come una di famiglia, che le ha garantito attenzioni che poche prima di lei hanno avuto.  Lo ha fatto dall’inizio, salutando il fidanzamento del secondogenito con una ragazza afroamericana come una ventata di modernità a rinfrescare gli armati ammuffiti della monarchia. Ed è stato lui che, memore di quel triste compromesso che era stato il suo secondo matrimonio ( celebrato in comune), aveva spinto la regina ad aprire le porte della St. Geoge Chapel di Windsor, a Meghan, divorziata come Camilla. E per giunta, in un mondo dove anche un sopracciglio alzato viene interpretato, le aveva offerto generosamente il braccio alla fine di quella navata che lei, imperterrita aveva calcato da sola. Il braccio e il sostegno, psicologico, familiare e anche, soprattutto, economico. Lo scorso anno il principe Carlo ha infatti devoluto ai figli la bellezza di 5 milioni di sterline frutto dei proventi del suo ducato. E non è da escludere che in futuro allungherà ancora una mancetta al suo rosso Malpelo privato dei contributi pubblici visto che il ragazzo ha promesso di pagare l’affitto a canone di mercato di Frogmore cottage ( oltre che ripagare i contribuenti della spesa di 2,4 milioni di sterline per la sua ristrutturazione). Immaginiamo quindi che tale mancetta sarà cospicua, l’affitto è infatti stimato a circa 360 mila sterline all’anno. Per tutta risposta, “Daddy”  Charles si è sentito dare del razzista. Lui, che appunto, parlava di modernità. E si è visto volare in Canada quel ragazzo con cui i rapporti non sono mai stati facili ma a cui sembra sinceramente attaccato. 

E ora, quelli che se la ridono. Per primo papà Thomas Markle, finora privato di tutto, perfino di una visita al nipotino Archie, che dal Messico e pure presto dalla tv inglese ribadisce il suo “ve l’avevo detto”. E poi la famiglia del principe Andrew, che, con strano tempismo, è stato visto accompagnare la regina in chiesa. Prima uscita pubblica dopo la gogna del caso Epstein, proprio dopo la firma dell’accordo “Megxit”. Ridono infatti Anastasia e Genoveffa…ooopppss, Beatrice e Eugenia. C’è mancato un pelo che Harry non dovesse far loro l’inchino, eventualità grottesca che si sarebbe realizzata se il figlio di Carlo avesse perso il suo posto in linea di successione. Ma almeno questo gli è rimasto. Certo le ragazze ora avranno un ruolo più importante, saranno sicuramente impiegate più spesso come working royals, ottenendo quel ruolo e quello spazio che da anni hanno supplicato di avere senza mai riuscire a ottenere. Ma il ghigno che rimarrà indelebile nella memoria di questo colossale affair è quello di Camilla,  da sempre regina insuperabile di imbarazzi reali. Interpellata proprio ieri sull’eventualità che i Sussex possano mancarle ci ha messo un pò e poi ha risposto “Course“. E qui scatta il revival. L’ultima volta che da una bocca reale ho sentito proferire quella parola (che è la contrazione di “of Course”, che significa “Certo”) correva l’anno 1981. E stato quando Carlo ha ufficialmente annunciato il fidanzamento con Diana palesandosi alla stampa nel giardino di Buckingham Palace. Un giornalista chiedeva se erano innamorati: “Of course” aveva risposto tutta rossa Diana.  “Whatever love means” aveva poi aggiunto Carlo, cioè “qualsiasi cosa significhi la parola amore”. Forse, anche su quel verbo, “mancare” ,  qualche domanda ci potrebbe stare ..course!.