“Io brillo” è la storia di una ragazza che il prossimo giugno compirà 80 anni ma anche quella di almeno mezzo secolo di alta baldoria. Non si pensi, però, allo sbarluccichio “Bling bling” di Trump o ai flash del matrimonio arrivato di Pippa Middleton . In questo libro a splendere è l’aristocrazia dei soldi di casa nostra, quando non eravamo “social” e socievoli lo si era soltanto all’interno di un’inaccessibile cricca.
La vicenda di Ljuba Rizzoli è di quelle che fanno sognare, che irritano e che poi consolano perché “Anche i ricchi piangono”. E soffrendo con lei le si perdona tutto quello sfarzo, quella fortuna vissuta sulle punte di un mondo irraggiungibile perché scomparso.
Impossibile raccontarla. Bisogna leggerla tra le righe dei lunghi elenchi di gioielli e feste, di lussi e aneddoti ma anche di una tragedia privata confidata con coraggio e onestà.
Bastano invece pochi dettagli, veramente quasi insignificanti nell’economia della storia, a dare però la misura dell’incolmabile distanza da “Come eravamo” anzi, com’erano visto che di pochi eletti si tratta. E di questo vorrei parlare qui.
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