Lacrime incontenibili. E in questo aggettivo c’è tutto. Perchè il principe Carlo ha sempre trattenuto ogni sentimento. Si è detto questo per sottolineare la drammaticità delle condizioni del duca di Edimburgo: così grave che persino Carlo piange. E il mondo non ha potuto non spaventarsi davanti alla diversità di quegli occhi bagnati e mille volte zoommati sopra la mascherina in auto fuori dall’ospedale King Edward VII rispetto a quelli distrattamente compassati a cui siamo abituati. Ma cosa ci dicono in realtà? siamo sicuri che Carlo sia proprio così…contenuto?
Io credo invece che il principe di Galles sia “opportunamente” scatenato. Ovvero che sappia esattamente quando e come potersi lasciare andare. E non mi riferisco solo alle conversazioni hot con Camilla all’epoca del matrimonio con Diana, quei riferimenti talmente volgari che forse in molti hanno rimosso proprio perchè incredibili. Mi riferisco proprio ai fatti, fatti che parlano da soli. Ricordo la sua aria soddisfatta a Windsor al braccio della donna che ha desiderato per una vita. Quel matrimonio tardivo che niente e nessuno ha potuto fermare. Chiamatelo anaffettivo. E poi le smorfie con i nipotini attaccati al collo, le boutades nei paesi del Commonwealth tra balli, bonghi e collane di fiori al collo, i piedi nudi in spiaggia durante una visita in Australia. Non erano lacrime, certo, ma opportuni momenti di libertà. Vogliamo chiamarla libertà vigilata? Certo, non lo vedremo piangere tutti i giorni ma questo non significa che non sia normale per lui commuoversi visitando quel vecchio padre tanto odiato e tanto amato senza che questo significhi che sia per forza arrivato alla fine dei suoi numerosi giorni. Del resto uno che da bambino è stato sgridato a tavola perchè staccava le ciliegie dal picciolo e le intingeva nello zucchero con le dita aveva due possibilità: ficcare tutte le dita nella zuccheriera oppure cercare di riattaccare i piccioli per fare le cose per bene. E lui ha scelto la seconda. Per tutta la vita. Almeno quella vissuta sotto gli occhi di sudditi e corona. Ma che sotto sotto gli rodesse di non potersi rotolare nello zucchero, questo non si può sapere. Con i fatti però in fondo l’ha dimostrato. Vive dove vuole, a Higrove, nel meraviglioso Cotswolt, nella casa progettata per soddisfare tutti i suoi interessi agricoli e ambientali. E si permette pure di assentarsi ai compleanni dei nipoti per privilegiare fantomatiche visite zoologiche ( ricordo quella al santuario degli scoiattoli in Scozia, saltando il primo compleanno di George). Estroso? “Opportunamente se stesso”. Così come in quell’auto dove finalmente ha potuto piangere. Certo non ai funerali di Diana, davanti a tutto il mondo con l’indice puntato su di lui. Certo non portando Meghan all’altare. Il futuro re non si commuove. Ma dietro il vetro forse si, è possiibile e anche opportuno. E ci dice solo che è umano. Ma forse, lo abbiamo sempre saputo. Del resto quante volte abbiamo visto Elisabetta seconda piangere?