Sembra che a 9 anni Vittorio Emanuele abbia pianto in auto, stretto tra sorelle e governanti, mentre si avviava a lasciare il suo paese. L’inizio di quella nostalgia che non lo ha mai abbandonato. Nostalgia per una vita che non ha vissuto. Quell’erede al trono “di sana e robusta bellezza”, com’era stato celebrato il giorno del battesimo dalla stampa dell’epoca, non avrebbe potuto immaginare i titoli di oggi: ”addio all’ultimo non re, il re mancato”. Ma certo tutta la sua vita, recuperata come poteva, tra lussi e vizi e trasgressioni di prammatica, è stata segnata dall’ossessione dell’esilio, e quindi del… Continua a leggere