Dio salvi George Cambridge. E’ questo il cognome che il figlio di William e Kate si è scelto, se così possiamo dire, per la scuola. Perché sarà pure la prestigiosa Thomas’s Battersea ma l’appello lo fanno anche qui. Dotato quindi dell’ennesimo cognome geografico utile solo a quello e più avanti alle interrogazioni, si sa che ai reali il surname non serve, il principino in queste ore è sui giornali per aver raggiunto e superato lo status di “trend setter” della madre e pure della sorella.
Morale, quel golfino azzurro che indossava nella visita in Canada del 2016 ha fatto alzare del 200% le richieste per quell’articolo. Più che le vendite del vestito lilla di Kate e del golfino giallo di Charlotte. Negli ultimi tre mesi, poi, sono stati venduti solo su eBAy 1500 articoli ispirati al suo abbigliamento, ben oltre i miseri 500 copiati dalla principessa Charlotte. C’è da chiedersi se anche l’uniforme della scuola da oltre 20 mila euro l’anno non sia andata esaurita sui siti di vendite on line anche se sospetto che non sia poi così democraticamente reperibile. Ma al di là di un’annunciata carriera da influencer da far impallidire Chiara Ferragni il piccolo George non sembra poi tanto allegro.
Mi aveva molto colpito il suo broncetto il primo giorno di scuola davanti all’elegante signora in rosa che gli faceva la riverenza. La mamma non c’era, causa nausea per quel nuovo arrivo che deve già stargli antipatico. Per di più la maestra deve avergli spiegato subito che secondo la policy della scuola non avrebbe potuto avere un migliore amico e che sarebbe stato necessario salutare gli insegnanti con una stretta di mano. A pranzo poi niente fish and chips ma quei terribili legumi francesi che hanno immediatamente fatto impennare le vendite in tutta l’Inghilterra. Tutte prospettive non certo rosee per un bambino. E nonostante abbia già un titolo, un destino e pure degli haters ( sui social si stanno scatenando, basti pensare alla pagina “Baby George ti disprezza”, con oltre 600mila followers) il principino britannico ha infatti già detto di non voler più andare a scuola. Hurrà per George, allora, moccioso straordinariamente normale. L’aveva detto il nonno. Dopo essersi perso i primi due compleanni del nipote per delle improrogabili visite naturalistiche il principe Carlo, improvvisamenete affettuoso, aveva espresso un po’ di rammarico per quella creaturina di quattro anni lasciata lì senza la mamma e il papà. “Fortificherà il carattere” aveva però concluso, pensando forse a quanto fosse costato a se stesso tanto “rinforzo”. E invece ecco i reali capricci. L’ha ammesso il padre, il duca di Cambridge: “Dopo tre settimane si è già stancato” ha confessato William a una mamma.
C’è chi scrive che sia naturale. Abituato a girare per il mondo e ricevere in pigiama Barack Obama, la routine della scuola, per quanto blasonata, deve già stargli stretta. Ma io preferisco pensare che a stargli stretti siano proprio i doveri, l’obbligo di stare seduti e di chiedere il permesso per fare pipi. Quelle cose, insomma, che danno fastidio a tutti i bambini del mondo. Forse per poco, lo è ancora anche lui.