Insuperabile “Driving Queen”

Dopo piu’ di 70 anni, Lilibet smette di guidare? Sarà mica per quella questioncella dell’età, la stessa che avrebbe portato l’onorevole consorte a schiantarsi (e pure a uscirne legalmente indenne)? Una precauzione, come scrivono i giornali, dovuta proprio a evitare incidenti simili? Certo che no. Le insistenti voci di un ritiro dalla guida della regina Elisabetta non sarebbero ancora state confermate da Buckingham Palace, anzi, il portavoce si sarebbe proprio rifiutato di rispondere. Stando poi al Telegraph la decisione sembrerebbe ancora molto lontana. Dopotutto la guida, meglio se di una Land rover, un Range rover o una Bentley, beata lei, è una vera passione per la sovrana, unica britannica autorizzata a circolare senza patente e senza aver mai seguito il corso per averla. La ragione, elementare, è che le patenti nel Regno Unito sono rilasciate in nome della stessa Elisabetta II, così come i passaporti ( da cui è ugualmente dispensata) e quindi sarebbe quanto meno ridicolo cercare di ottenere un permesso da chi lo rilascia. Che sappia guidare, poi, è noto visto che a 18 anni per il servizio di ausiliaria durante la seconda guerra mondiale aveva seguito un corso da autista e meccanico . Spesso la regina si avvale di un driver, d’obbligo durante gli eventi ufficiali,  ma è comune vederla circolare amabilmente tra Balmoral e Sandringham (mica posti per tutti, dopotutto) nel totale anonimato (che la lussuosa auto permette) e senza importunare nessuno. Certo, qualche guaio lo ha avuto anche lei.

Nei Cotswolds, quest’estate, mi hanno raccontato che in una certa locanda c’è una stanza a lei intitolata dopo che un guasto improvviso alla macchina ( ce la vediamo, foulard in testa, cofano aperto a lanciare improperi sul motore? ) l’ha obbligata a una sosta notturna imprevista. Fortuna dei locandieri ( la camera naturalmente ha ora un costo diverso) e pure degli abitanti della zona che hanno potuto assistere alla gustosa scenetta. E poi c’è stata la vicenda “Araba”. Era il 1998 e un’arzilla 72enne riceveva nel castello scozzese di Balmoral il re saudita  Abdullah.  Al momento di doversi spostare per la vasta tenuta il monarca era stato fatto accomodare accanto al posto di guida. L’interprete dietro e la regina, a sorpresa, al volante. A quei tempi in Arabia alle donne non era era consentito guidare, ricorda l’allora ambasciatore britannico Sherard Cowper-Coles. Così al fisiologico nervosismo per l’atto sovversivo al povero sovrano saudita si era aggiunta anche un’altrettanto fisiologica fifa nel vedere la regina parlare in continuazione senza, apparentemente, badare alla strada sterrata percorsa a tutta birra dalla sua Range Rover. Inutilmente fu implorata dall’interprete di rallentare. Pare che la spiritosa Elisabetta ci avesse preso gusto. E così, a quasi 93 anni ( li compirà il 21 aprile)  pensarla troppo vecchia per guidare sulle strade pubbliche sfogandosi avanti e indietro sul vialone privato del castello di Windsor è difficile. E allora, ancora una volta, lunga vita alla regina, anzi, per dirla con gli Abba, all’insuperabile, in tutti i sensi, “Driving queen”

 

 

Meghan e l’ “Avocadogate”

La foto del tè offerto da Meghan Markle a un ex collaboratore

“La donna che sussurrava ai toasts all’avocado”. Ecco questo di Meghan non si era ancora detto. Il copywright della sorprendente definizione è di Daniel Martin, autore della foto che  pubblichiamo da Instagram. Trattasi di un noto make up artist ed ex collaboratore di Meghan ai tempi di “The Tig” il blog dell’allora duchessa in potenza. Succede che questo week end “l’artista” venga invitato dalla moglie di Harry per un tè. Impossibile resistere alla tentazione di postare immediatamente la foto della merenda. Ed ecco che i toasts all’avocado della duchessa fanno il giro del mondo. Ignorati i dolcetti a lato, la polpa verde schiacciata sul pane diventa protagonista assoluta dei gossip, vero, nuovo frutto del peccato.  Martin assurge all’empireo della fama, la descrizione dell’ “High tea” servito su piattini d’argento lo rende invidiatissimo da tutti gli americani. Ma su di lei si abbatte la folgore della divina condanna. Un avocado con il tè? ma come, niente deliziosi sandwiches ai cetrioli e scones? E la tradizione britannica la mettiamo sotto i piedi calzati Manolo? Non basta: ieri Meghan viene crocifissa sulle pagine del Daily Mail. Colpevole di incrementare un commercio crudele. Non parliamo solo dell’inimmaginabile dispendio di carburante per fare arrivare i frutti tropicali in Inghilterra, un gravissimo errore per un’ambientalista come lei, ma pare che l’oro verde, così viene chiamato, sia legato ad abusi sociali, violazione dei diritti umani e quant’altro. Soprattutto in Messico dove il business, in mano a un famigerato cartello, è tanto florido quanto, pare, devastante sul fronte sociale e ambientale. Praticamente Meghan contribuisce, secondo il serissimo e documentatissimo articolo del giornale inglese, a finanziare una mafiosa catastrofe. Non mi è simpatica Meghan, soprattutto da quando mi sono vista tutte la serie di Suits” e tendo a confonderla con la gatta morta Rachel a cui dà il volto ( stranamente affinato tra la prima e la quinta serie) e le movenze. Ma questo forse è un po’ troppo. Dopo essere stata universalmente incensata ora si trova al centro di un milione di critiche ( qualcuno parlava di polveri e altari ma il personaggio era di altro calibro). Al punto che perfino la str…numero uno al mondo, Anna Wintour, ora si schiera con lei. La terribile direttrice di Vogue America capace di trascinare la regina a una sfilata, spende parole di simpatia e comprensione. Segno che l’insopportabile, povera Meghan forse va lasciata in pace, almeno per qualche mese. Poi ci penseranno i pargoli, uno, due tre. Chissà.